Livorno

Pare che il posto sul quale poi sia è sorta Livorno fosse abitato fin dai tempi degli Etruschi come villaggio di pescatori.
Tra il XII e il XIII secolo il progressivo interramento del porto di Pisa, all’epoca una potente Repubblica Marinara, portò alla ricerca di un nuovo sbocco sul mare da parte della città.

Così fu creato il nuovo porto, venne edificato un faro e l’abitato protetto da una cinta muraria.
Finita l’epopea pisana, Livorno passò prima a Milano, a Genova e infine dal 1421 a Firenze, dando così alla città dei Medici il tanto agognato sbocco sul Mar Mediterraneo.
E’ grazie proprio alla famiglia signorile di Firenze che si deve nel XVI secolo il grande sviluppo demografico e commerciale della città.

Esso fu possibile soprattutto a causa della costruzione della cittadella fortificata a pianta pentagonale con un imponente sistema di fossati e bastioni a protezione dalle incursioni saracene tanto frequenti in quel periodo.

Fu costruito inoltre un doppio molo, il Canale dei Navicelli che collegava Pisa a Livorno e fu istituito l’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, la cui flotta aveva nel porto la sua base. Il disegno iniziale fu però in seguito modificato per dare maggior risalto alla Fortezza Nuova e al centro dell’abitato fu innalzato il Duomo, aperto sull’attuale Piazza Grande.
Livorno divenne così un punto di riferimento per la navigazione, un importante centro di scambi internazionali e uno dei più grandi porti del Mediterraneo.

Ancora un passo avanti verrà mosso nel 1587 con la proclamazione da parte di Ferdinando I della città come Porto Franco e l’emanazione, tra il 1590 e il 1603 delle cosidette ‘Leggi Livornine‘.
Le leggi prevedevano esenzioni, privilegi e immunità ai mercanti, libertà di culto e il libero accesso in città anche a coloro che erano colpevoli di reati cosiddetti minori. Tuttavia le Leggi Livornine richiamarono in città una notevole quantità di persone, per cui si rese necessario l’ampliamento urbanistico con la nascita di un nuovo quartiere. Esso prese il nome di Venezia Nuova, compreso tra la Fortezza Nuova e la Vecchia, a nord della città, era costituito da un complesso sistema di canali, da cui il nome.
Arriviamo poi al 1737 quando Livorno conta ormai 30.000 abitanti ed è ancora in espansione, lascia il perimetro delle mura difensive e si allontana dal mare, espandendosi verso l’interno. Questa nuova apertura dona alla città un nuovo impulso commerciale ed economico in generale; il fermento rimbalza nella vita culturale della città e nel 1764 si assiste alla pubblicazione ‘Dei delitti e delle pene’ di Cesare Beccaria e nel 1770 alla versione italiana dell’ ‘Encyclopédie ou Dictionnaire raisonnè des Sciences, des Arts et des Mètieres’ di Diderot e D’Alambert.
Da qui in poi la storia di Livorno è la storia d’Italia , anche se, l’abolizione delle franchigie doganali porterà ad un calo delle attività commerciali e dei traffici marittimi. L’istituzione, però dal Cantiere Navale Orlando donerà un nuovo impulso alla città, trasformandola stavolta in centro industriale. L’istituzione, poi, il 6 novembre 1881, dell’Accademia Navale, risultato della fusione tra la Scuola della Marina Sarda con sede a Genova e quella Borbonica con sede a Napoli, ad opera dell’ingegnere navale Benedetto Brin, donerà a Livorno un nuovo prestigio.

Il XX secolo per Livorno è all’insegna di nuovi progetti architettonici che daranno un nuovo assetto urbanistico alla città: la costruzione degli stabilimenti termali e balneari, ambita meta turistica, una nuova stazione ferroviaria e la funicolare per Montenero.

L’ascesa del fascismo e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale modificheranno ancora una volta, e stavolta non poco la struttura di Livorno, modificandone i confini e distruggendone gran parte del centro storico.

Il 28 maggio 1943 un massiccio bombardamento devastò il centro distruggendo numerosi monumenti e causando ingenti danni e perdite di vite umane. La ricostruzione durò molti anni e donò a Livorno il volto attuale, quello di una città moderna e fortemente industrializzata.

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